Monday, May 26, 2014

Camera ottica. Uno strumento del pittore "fotografo".


Dal primo Rinascimento con "l'invenzione" della prospettiva, alcuni grandi maestri della pittura, per realizzare le loro opere, iniziarono ad utilizzare strumenti ottici. Dalla fine del Cinquecento nei Paesi Bassi, in seguito anche in Italia, iniziò a diffondersi la "camera ottica", che possiamo considerare l'antenata della macchina fotografica. Nella macchina fotografica la luce, com'è noto, passando attraverso il foro dell'obiettivo impressiona la lastra o la pellicola, preparata con bromuro d'argento e altre sostanze chimiche, riproducendo l'immagine filtrata dall'esterno. Le proprietà del bromuro furono scoperte solo nell'Ottocento, ma già nel Settecento la camera ottica divenne parte integrante del vedutismo (un genere artistico praticato da pittori e incisori la cui specialità consisteva nel rappresentare panorami, vedute paesaggistiche e monumenti) e veniva utilizzata per ottenere al suo interno un immagine (capovolta) della veduta esterna. 

Come si osserva nell'immagine sottostante, la camera ottica era una specie di armadio trasportabile a portantina. Alla sommità della camera (A) uno specchio (B), regolabile all'interno per mezzo di un asta metallica (H), proiettava, tramite un obiettivo (f), su un foglio di carta (D), la veduta esterna da riprodurre. L'artista entrava all'interno della camera e, seduto sul ripiano (E), ricalcava su un foglio di carta la proiezione prospettica capovolta del soggetto riflesso sullo specchio, ottenendo così la rappresentazione più tecnicamente simile all'originale.

Schema di camera ottica a portantina con particolari dello specchio e dell'obiettivo (a destra), tavola illustrativa dell'' Encyclopédie di Diderot e D'Alembert (1751-72)
Esisteva anche una camera oscura più piccola e maneggevole, "da passeggio"(fig. in basso). L'oggetto lasciava filtrare l'immagine della veduta esterna su di uno specchio inclinato a 45° che proiettava a sua volta la veduta su di un vetro smerigliato. L'artista, coperto da uno un panno nero per attenuare il riverbero della luce, poneva un foglio di carta sottile sul vetro e ricalcava per trasparenza le linee principali del soggetto prescelto, fissando le zone di luce e di ombra.


Esemplare di camera oscura portatile, con scritta che ne attribuisce la proprietà al pittore italiano Antonio Canal, detto il Canaletto (1697-1768), Venezia, Museo Correr



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