Dal primo
Rinascimento con "l'invenzione" della prospettiva, alcuni grandi
maestri della pittura, per realizzare le loro opere, iniziarono ad utilizzare
strumenti ottici. Dalla fine del Cinquecento nei Paesi Bassi, in seguito
anche in Italia, iniziò a diffondersi la "camera ottica", che
possiamo considerare l'antenata della macchina fotografica. Nella macchina
fotografica la luce, com'è noto, passando attraverso il foro dell'obiettivo
impressiona la lastra o la pellicola, preparata con bromuro d'argento e altre
sostanze chimiche, riproducendo l'immagine filtrata dall'esterno. Le proprietà
del bromuro furono scoperte solo nell'Ottocento, ma già nel Settecento la
camera ottica divenne parte integrante del vedutismo (un genere
artistico praticato da pittori e incisori la cui specialità consisteva nel
rappresentare panorami, vedute paesaggistiche e monumenti) e veniva
utilizzata per ottenere al suo interno un immagine (capovolta) della veduta
esterna.
Come si
osserva nell'immagine sottostante, la camera ottica era una specie di armadio
trasportabile a portantina. Alla sommità della camera (A) uno specchio (B),
regolabile all'interno per mezzo di un asta metallica (H), proiettava, tramite
un obiettivo (f), su un foglio di carta (D), la veduta esterna da riprodurre.
L'artista entrava all'interno della camera e, seduto sul ripiano (E), ricalcava
su un foglio di carta la proiezione prospettica capovolta del soggetto riflesso
sullo specchio, ottenendo così la rappresentazione più tecnicamente simile all'originale.
Schema di camera ottica a portantina con particolari dello specchio e dell'obiettivo (a destra), tavola illustrativa dell'' Encyclopédie di Diderot e D'Alembert (1751-72) |
Esisteva
anche una camera oscura più piccola e maneggevole, "da passeggio"(fig.
in basso). L'oggetto lasciava filtrare l'immagine della veduta esterna su di
uno specchio inclinato a 45° che proiettava a sua volta la veduta su di un
vetro smerigliato. L'artista, coperto da uno un panno nero per attenuare il
riverbero della luce, poneva un foglio di carta sottile sul vetro e ricalcava
per trasparenza le linee principali del soggetto prescelto, fissando le zone di
luce e di ombra.
Esemplare di camera oscura portatile, con scritta che ne attribuisce la proprietà al pittore italiano Antonio Canal, detto il Canaletto (1697-1768), Venezia, Museo Correr |
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