Quale è l’esatta distanza fra due ponti che corrono
paralleli.
Prima lezione del mio corso in video–art. Di per se una non
materia…
Quel pomeriggio ho perso il 4 studenti su 14 in tre ore…
sicuramente perplessi per l’esercizio proposto.
Vicino alla JCU studio-art, a lungotevere ci sono tre ponti:
uno va verso un tunnel e porta verso il Vaticano, un altro va verso Via della
Conciliazione, San Pietro, per intenderci, e un terzo va verso Castel
Sant’Angelo. Per il nostro primo incontro ho proposto ai ragazzi di andare sul
primo dei tre. Un ponte non troppo “camminato” pieno di traffico stradale e non
quello che va diretto a San Pietro o il terzo solo pedonale, pieno di ambulanti
e turisti che sciamano verso o da Castel Sant’Angelo.
Inventarsi qualcosa di stravagante non necessariamente utile
o intelligente non è sempre facile, questa volta ho deciso che si poteva partire
dal concetto di… “contatto”… Ho sempre in laboratorio un pacco di guanti
monouso, lo prendo, portiamo con noi la scatola. Questo tipo di guati sono
guanti ormai molto usati, si usano perfino nei ristoranti, oltre che ovviamente,
da soccorritori di qualsiasi tipo,
un fragile preserva.... Pure quelli che sbarcano dalle vostre parti vengono
toccati da gente con guanti bianchi d lattice. (E’ il primo contributo on-line
che poi una ragazza americana ha pensato di trovare successivamente)
Insomma, si decide che ogni studente indosserà un paio di
guanti e fermerà eventuali passanti chiedendo gentilmente di stringergli la
mano. Idea piuttosto stupida e anche imbarazzante per ventenni abituati a molto
altro, ma non in grado di dire una parola in italiano. (Sebbene su quei ponti
l’italiano sia lingua rara)
Tutto bene, le persone reagiscono con un sorriso. Persone
indaffarate o turisti rilassati, qualche seminarista con lo stomaco pieno. A
friendly touch! Tutto tranquillo e perfettamente rilassante.
Torniamo in classe e vediamo il materiale. Niente di
particolarmente buono o meritevole… ma insieme concordiamo che se fossimo
andati a due ponti di distanza, a trecento metri da dove eravamo, sarebbe stato
molto più difficile/delicato/complesso/ offrire la mano con i guanti bianchi a
tutti gli immigrati clandestini, (che cercano di guadagnare, bene organizzati -
a vendere cianfrusaglie per turisti - tipo racket direi), pronti a fuggire ad
ogni macchina dei carabinieri. Il banale e pacifico stringere la mano di passanti
sarebbe immediatamente diventata una provocazione a sfondo razziale… e questo a
solo due ponti di distanza. Ovviamente nessuno di noi ha pensato di ripetere
l’esperienza.
Seguiranno immagini
Perché questo… per dirvi che non è stato semplice per me fare
fotografie a Pozzallo senza non considerare “la cosa”, ma bisogna sapere
sempre, che anche a 300 metri dall’epicentro della nuova frontiera, la vita non
è di qualità minore.
Grazie a voi, quindi, per la vostra leggerezza e
sensibilità.
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